I Donatori

Matrone - Iannini - Tarantini - Gennari
foto CAV. PASQUALE MATRONE E MARIANNA IANNINI

I coniugi Pasquale Matrone sono da considerarsi due veri benefattori per la comunità di Maratea e del comprensorio. Grazie ad essi infatti si sviluppa e si articola nel tempo l'attività dell'istituto De Pino già iscritto il 19 dicembre 1901 dal re Vittorio Emanuele III fra gli istituti femminili di pubblica istruzione.

Nel 2 dicembre 1905 infatti lo stesso re autorizza l'istituto De Pino ad accettare la donazione di cinquanta mila lire dai coniugi Matrone Iannini i quali pongono come condizione che al nome del fondatore "De Pino" sia aggiunto il loro e che riaperto il convitto siano accettati a titolo gratuito dieci fanciulle povere.
Nel 21 febbraio 1907 si approva una seconda donazione di duemila lire di rendita dello stesso benefattore a patto:
  1. Di poter abitare i locali posti sopra l'atrio della chiesa e che perciò ancora oggi vengono detti di " zia Marianna";
  2. Di affidare la direzione didattica ad educativa a membri di una congregazione religiosa.
Nello stesso anno, il cav. Matrone che troviamo nel consiglio di amministrazione, con delibera n. 36 del 23 giugno 1907, si fa promotore, poi, dell'acquisto di suppellettili, biancheria e di tutto ciò che occorre al funzionamento dell'istituto.

AL CAV. PASQUALE MATRONE

Queste donazioni e l'impegno protratto nel tempo a favore del de Pino e quindi della comunità di Maratea e del comprensorio testimoniano la grande bontà e il grande altruismo dei coniugi Matrone Iannini. La loro memoria è rimasta scolpita nel ricordo delle tante convittrici che pur non avendoli conosciuti, hanno frequentato nel tempo l'istituto. Trovo giustificato anche il tuo desiderio di tramandare ai posteri il tuo nome e quello della tua Marianna. Forse avevi atteso per anni dei figli, ma col passare del tempo, una speranza nuova si era delineata al tuo spirito, potevi essere ugualmente padre, ugualmente ricordato, amato; l'Istituto DE PINO era un po' come un orfano, i suoi tutori, gli amministratori pur con tutta la buona volontà, non riuscivano a metterlo in sesto; la vita là dentro più stentata, gli ambienti bisognosi di restauri e il sogno di molti " di veder sorgere nel paese un centro di educazione femminile " si faceva sempre più incerto. Fu allora che offristi a questa istituzione le tue sostanze, il tuo aiuto materiale e morale, le tue premure, le tue ansie. Ciò che mi ha maggiormente colpito, rileggendo gli scritti del tempo, è la tua ferma volontà, in un momento in cui la politica trionfante cercava di scalzare ogni presenza religiosa, di affidare la direzione dell'Istituto a una congregazione religiosa. Ciò era per te garanzia di una educazione seria e completa. Leggendo fra le righe si può cogliere la tua inquietudine, il tuo disappunto di fronte alla resistenza altrui; arrivasti persino a fare una minaccia, forse la più grande della tua vita, quella di revocare la tua donazione, di chiudere il tuo cuore alla beneficenza, alla generosità. Mi è sembrata una cosa degna di te anche quel voler vivere accanto, nell'Istituto che, direi, rappresentava certo il coronamento della tua vita, la segreta aspirazione dei tuoi pensieri. Ti consideravi il custode di quest'opera e la tua presenza era una garanzia, tanto più che non ti erano mancate le incomprensioni, le offese per questa causa. Con segreta gioia ho cercato la tua vittoria, il riconoscimento dei tuoi meriti. Finalmente avevano capito che era necessaria anche la tua presenza fra gli Amministratori. Ho immaginato la tua gioia quando i preparativi per la riapertura dell'Istituto si fecero febbrili, poi ho letto le tue assenze ai Consigli, assenze motivate, dopo vario tempo, " per infermità " e ho temuto che non ti saresti trovato al grande evento. Invece hai visto arrivare le Suore, hai ripetuto loro i tuoi desideri e poi, come il Vecchio del Vangelo, hai sciolto anche la tua preghiera: " Lascia o Signore che il tuo servo se ne vada in pace".

Sr. M. Fernanda da il " Settantesimo" (maggio 1977)


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foto ING. RAFFAELE TARANTINI

Presidente dal giugno 1951 alla morte, 27 dicembre 1958. Con testamento olografo in data 8/1/1958 donava la casa paterna con annesso terreno all'Istituto con questo preciso motivo: "... desideroso di interpretare la volontà del mio antenato nel migliore dei modi possibili, ho deciso in favore dell'istituto DE PINO MATRONE IANNINI, "opera che fa del bene ed è bisognoso "".

Chi avrebbe potuto immaginare le tue segrete intenzioni, quando, già ammalato e stanco firmavi i documenti del convitto e andavi ripetendo: " spero di fare nel futuro, per l'Istituto, quello che non ho potuto fare in questi anni ". Noi conoscevamo la natura vera del tuo male e ci chiedavamo, nel cuore, come avresti potuto fare ciò. Invece il tuo sguardo spaziava lontano, nel tempo, ti sentivi un po' il padre di questa istituzione che attraversava il periodo forse più difficile del suo lungo cammino e perchè continuasse a vivere le donavi quello che ti era più caro, la casa paterna legata ai tuoi ricordi e ai tuoi affetti.

Sr. M. Fernanda da il " Settantesimoc (maggio 1977)


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foto CARDINALE CASIMIRO GENNARI

Molto importante per l'istituto De Pino Matrone Iannini è stata la figura del cardinale Casimiro GENNARI che esercitando la protettoria della famiglia religiosa delle figlie di Nostra Signora al Monte Calvario ne conosceva la grande umanità e la immensa dedizione a favore dell'emancipazione ed educazione delle giovani.

Per tale motivo e in ossequio a quanto approvato nella delibera del 21 febbraio 1907 dal consiglio dell'istituto, volle che fossero proprio le suore di nostra Signora al Monte Calvario a riaprire e a dare nuova vita al collegio fondato nel 1730. Il cardinale Casimiro Gennari fu sempre vicino a tale istituzione sia con le preghiere sia con frequenti aiuti economici.


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